La Sicilia è una terra incredibile, ricca di storia e di cultura. Come dimostrano molti splendidi parchi archeologici, gli antichi greci hanno lasciato un segno indelebile sull’identità dell’Isola, che ancora oggi viene collegata al nome di celebri filosofi.
Storie di filosofi greci in Sicilia:
Nel VIII secolo a.C. gli antichi greci iniziarono a lasciare la loro terra partendo alla ricerca di nuovi territori da abitare. La loro non era una conquista militare concepita nell’ottica di edificare un impero. Era un flusso migratorio organizzato: tanti i greci che partivano da Corinto, da Samo, da Mileto e da Sparta. Le “città-madri” fornivano ai coloni navi, cibo e tutti i mezzi di prima necessità fondamentali per fondare una nuova città. Tra la città di partenza e la città fondata sussisteva un forte legame culturale, linguistico e religioso, tuttavia le nuove città erano politicamente autonome dalla madrepatria. Presto in tutto il Mediterraneo iniziarono a spuntare città greche fiorenti e culturalmente molto attive. Queste colonie si trovavano in Spagna, in Africa, in Francia, nell’Italia del Sud e sulle Isole.
La colonizzazione della Sicilia è iniziata intorno al 735 a.C. con la fondazione di Naxos (oggi Giardini Naxos), nei pressi di Taormina. L’anno successivo, dei coloni Dori che provenivano da Corinto avevano fondato Suràka (oggi Siracusa). A loro volta i siracusani avevano fondato Akrài (Palazzo Acreide), Casmene e Camarina. Nel 728 a.C. alcuni coloni di Megara avevano istituito la polis di Megara Iblea. Nel corso dei secoli nasceranno nuove importanti polis, come Ghela (Gela) e Akragas (Agrigento). Queste città saranno molto importanti nella storia siciliana. Saranno inoltre influenti centri culturali, legati ai nomi di diversi filosofi.
Empedocle nasce a Gela nel V secolo a.C.. È riconosciuto come uno dei più celebri filosofi presocratici. Formula una teoria secondo la quale il cosmo è costituito da quattro elementi, che lui chiama “radici”. Questi elementi si mescolano tra loro grazie all’Amore e si separano per via dell’Odio. Questo determinerebbe tutta la nostra realtà. Il pensatore è influenzato dalla filosofia pitagorica. Formula una teoria della reincarnazione e si oppone al sacrificio rituale degli animali, nonché al consumo delle loro carni per scopi alimentari. È considerato l’ultimo filosofo greco che mette per iscritto le sue idee in versi. La sua figura è però circondata dal mistero. Qualcuno all’epoca riteneva che fosse un mago e avesse dei poteri particolari. La sua morte è rimasta alla storia. Si dice che si sia gettato volontariamente nell’Etna per arrivare al cuore della conoscenza. Molto più plausibilmente vi è stato gettato per contrasti politici con l’aristocrazia agrigentina, che mal sopportava le posizioni del filosofo.
Gorgia nasce a Lentini, nel 485 a.C.. È un discepolo di Empedocle, ma si distacca molto dal suo maestro. Diventa un abile esperto di arte retorica e verrà riconosciuto come uno dei più celebri “sofisti” di sempre. La retorica è per lui l’arte di ben parlare e della persuasione. Il filosofo, infatti, rivoluziona completamente il rapporto tra la realtà e il linguaggio. Non risparmia acute critiche ai grandi nomi della filosofia, è molto critico nei confronti di Parmenide. Diventerà celebre per il suo “Economio di Elena”. Elena di Troia è l’adultera, la donna più vituperata della letteratura greca, considerata la responsabile della sanguinosa guerra di Troia. Eppure per Gorgia Elena è da compatire più che da biasimare. La donna è stata infatti condizionata dal volere degli déi, dalla necessità, dall’amore, ma soprattutto dal potere persuasivo della parola. Per il filosofo la parola è un farmaco, che può curare i mali dell’anima umana, ma che allo stesso tempo può avvelenarla, irretirla e stregarla.
Pare che nel IV secolo a.C., il celebre filosofo ateniese Platone si sia recato più volte in Sicilia, in un arco di tempo che va dal 388 e il 360 a.C.. Tra un viaggio e l’altro pare che sia intercorsi circa vent’anni. Non si anno informazioni certe su questa pagina della vita del filosofo, gli studiosi dibattono molto la questione. Tuttavia, è quasi certo che Platone sia andato veramente in Sicilia. Si racconta che il filosofo desiderasse moltissimo osservare l’Etna dal vivo, vulcano che in quel periodo era molto attivo. Così, il tiranno di Siracusa Dionisio I aveva deciso di invitare il celebre filosofo ateniese alla sua corte. Platone voleva indottrinare il sovrano, conducendolo alla saggezza attraverso l’arte del buon governo. Tuttavia, Dionisio non aveva voglia di ascoltare il filosofo e l’esperienza si rivela presto infausta. Platone decide quindi di lasciare Siracusa, ma viene catturato e rivenduto come schiavo a una città spartana. Da ateniese rischia la pena di morte nelle mani degli spartani. Fortunatamente l’amico Anniceride di Cirene paga un riscatto per lui, lo libera e lo fa tornare ad Atene.
Photo Credits:
Foto di Dariolp83 per Wikimedia / Frans Van dewalle per Flickr
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