In Italia, le carte da gioco sono un elemento che da sempre accompagna tante diverse occasioni di socialità. Sono nei bar, nelle case, nei locali, sulle spiagge. Le ritroviamo sulla tavola durante le festività, o quando si rincontrano dei buoni amici. Uniscono chi non si conosce. Ogni occasione è sempre buona per una sfida a carte. Il gioco delle carte è così diffuso nel nostro paese, che quasi ogni regione italiana vanta un suo mazzo caratteristico. Anche in Sicilia si gioca con un mazzo di carte particolare, che ha una storia molto antica. Le carte da gioco siciliane sono l’espressione di una cultura popolare molto ricca e affascinante, il frutto diretto di una storia complessa e molto sfaccettata.
Storia e cultura delle carte da gioco siciliane:
Non sappiamo quando nasca esattamente il gioco delle carte. La loro origine si perde nel tempo. Molto probabilmente sono nate in concomitanza all’invenzione della carta stessa, per mano dei cinesi, all’inizio del I secolo d.C.. I cinesi avevano iniziato presto a scambiarsi banconote. Queste banconote potevano anche essere “giocate”, in modo molto simile alle carte moderne. Nel corso dei secoli le carte sono lentamente arrivate in Occidente. Nel XIV secolo i Mamelucchi Egizi le introducono nei territori del Mediterraneo con cui avevano commercio, dalla Spagna al Sud Italia, passando per le Isole.
Il mazzo delle carte mamelucche era composto da 52 carte, divise in quattro differenti semi: i darâhim, ovvero i denari; i jawkân, o bastoni; le tûmân, o coppe e le suyûf, corrispondenti alle nostre spade. Ogni seme era composto da 10 carte al quale si aggiungevano tre figure: il ré, il viceré e il viceré in seconda. L’Islam proibisce di rappresentare figure umane, quindi su queste carte venivano scritti i titoli di questi personaggi in calligrafia araba. Questo gioco si radicò molto profondamente in Spagna, tanto che quando indichiamo le carte composte da denari, bastoni, coppe e spade ancora oggi parliamo di carte di tipo spagnolo. Le carte siciliane appartengono a questa famiglia. Nel 1516, con l’inizio della dominazione spagnola della Sicilia, inizia un periodo di profondo scambio culturale tra Spagna e Sicilia. Le carte da gioco spagnole si diffondono molto velocemente per tutta l’Isola, per essere poi rielaborate dai Siciliani in modo nuovo e originale.
Le carte siciliane si distinguono elementi unici nel loro genere. Ad esempio, sul tre di denari troviamo l’immagine della Trinacria, il simbolo dell’Isola. Sul cinque di denari, invece, si può trovare una biga, o nei mazzi più antichi addirittura la figura di Giuseppe Garibaldi. L’asso di coppe è rappresentato da un lebete nuziale un antichissimo contenitore che veniva usato per celebrare i matrimoni nella Sicilia greca. Gli abiti delle figure sono ispirati a quelli dei cavalieri carolingi medievali, figure che ritroviamo anche nel celebre teatro dei pupi.
Tra i giochi di carte più diffusi in Sicilia possiamo annoverare la briscola siciliana in 5, “Ti vitti” (in italiano, “ti ho visto”), cucù, sette e mezzo e il piatto. In Sicilia, persone di ogni età e di ogni provenienza sociale giocano a carte, più o meno in ogni contesto. In particolare, nel periodo delle feste natalizie, parenti e amici passano ore e ore in tavola per sfidarsi a carte. Oggi abbiamo a disposizione migliaia di nuovi giochi, ma la tradizione delle carte siciliane non viene scalfita. Molte delle figure del mazzo delle carte siciliane vengono addirittura reinterpretate dal mondo della moda e del design come simboli della sicilianità più autentica.
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Foto di Matsoftware per Pixabay
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