Il pistacchio di Bronte è considerato l’oro verde di Sicilia. Un frutto antico e pregiato, impiegato nella tradizione gastronomica siciliana per creare prelibatezze conosciute in tutto il mondo. La sua coltivazione è lunga, richiede tanta manodopera e questo lo rende una vera e propria ricercatezza. In questo articolo vi parliamo di tre curiosità che forse non conoscete su questo fantastico frutto.
Pistacchio di Bronte, 3 curiosità su questa prelibatezza siciliana:
La particolarità del pistacchio di Bronte sta nell’essere innestato e coltivato nei terreni dell’Etna, sulle sue colate laviche, a differenza di quello che si può trovare ad esempio in Iran. Il clima caldo e secco, assieme un terreno ricco di minerali, ha permesso di ottenere un frutto dalle caratteristiche uniche. Il pistacchio di Bronte è infatti è una fonte di fosforo, magnesio e selenio, ed è una riserva di vitamine. Tutte queste proprietà organolettiche derivano proprio dal suo habitat e dalle sue modalità di raccolta, ossia ad anni alterni tra agosto e settembre. Durante l’anno di riposo l’albero ha il tempo di assorbire dal terreno tutte le sostanze necessarie per produrre frutti aromatici e dal sapore molto persistente. Da questo possiamo intuire perché il pistacchio sia considerato una specialità pregiata ricercata all’estero, nonostante la sua produzione limitata.
Il pistacchio ha un’origine antichissima, risalente alle tradizioni turche e persiane, ma fu coltivato anche in Palestina dagli ebrei, divenendo parte integrante delle loro pratiche agricole. Si racconta che fosse conosciuto anche in Babilonia e che la regina di Saba disponesse di un intero pistacchieto dedicato esclusivamente alla famiglia reale e alla sua corte, simbolo di prestigio e benessere. In quel periodo, il pistacchio era apprezzato non solo per il suo gusto ricco e unico, ma anche per le sue proprietà medicinali: veniva infatti utilizzato come rimedio contro i morsi di animali velenosi e per altre malattie. Giunse ufficialmente in Sicilia intorno al X secolo d.C., quando gli arabi conquistarono l’isola, dopo aver sconfitto i bizantini. Gli arabi, noti per le loro avanzate tecniche agricole, iniziarono a sperimentare nuovi metodi di innesto e coltivazione alle fertili pendici dell’Etna, un ambiente ideale per la crescita del pistacchio, che trovò in Sicilia una nuova patria, prosperando fino a diventare un prodotto simbolo dell’isola.
Se volete assaggiare Pistacchio di Bronte dovete tenere a mente alcune informazioni per riconoscerlo. Innanzitutto, l’aspetto: leggermente concavo e di un brillante verde smeraldo, dovuto alle alte concentrazioni di clorofilla. Il pistacchio di Bronte non vi sarà mai servito tostato o salato, perché è ideale mangiarlo al naturale. Se siete curiosi di provare il pistacchio di Bronte non vi resta che organizzare il vostro viaggio verso la Sicilia. La soluzione ideale è raggiungere i porti principali dell’isola in nave prenotando un biglietto attraverso il nostro comparatore online di traghetti. Da lì potrete organizzare un itinerario alla scoperta di Bronte e le sue delizie. Scoprite tutte le offerte disponibili.
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