“Coppe di stelle nel cerchio del sole” è il nome della mostra che si tiene a Palazzo Abatellis, a Palermo dal 22 maggio al 10 luglio. Questo titolo è stato ispirato dai versi del poeta arabo-siculo Ibn al-Qattâ, nato in Sicilia nel 1041. Nella sua poesia il poeta faceva riferimento al vino e ai fenomeni naturali dell’Isola. La mostra ruota proprio intorno a questi temi e all’affascinante complessità dell’identità siciliana.
Palazzo Abatellis. La mostra “Coppe di stelle nel cerchio del sole” a Palermo:
La mostra si trova nella sala del sottocoro della Galleria Regionale della Sicilia, a Palazzo Abatellis. Nasce da una collaborazione tra pubblico e privato, con l’interesse di valorizzare l’arte, la storia e l’identità siciliana. L’esposizione rientra infatti nella nona edizione di un progetto ideato e prodotto da Planeta Viaggio in Sicilia, realizzato insieme al Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana.
La mostra è stata curata da Valentina Bruschi con una sezione storica a cura di Evelina De Castro. Sono state esposte 10 opere di artisti contemporanei provenienti da ogni parte del mondo: Gili Lavy da Gerusalemme ha presentato un’opera sonora insieme al musicista Jacopo Salvatori, intitolata “Journey XII”. Bea Bonafini da Bonn ha esposto un tappeto-arazzo in moquette del 2018 intitolato “Il Trionfo”, ispirato al celebre affresco medievale “Il Trionfo della Morte” conservato proprio a Palazzo Abatellis. Diego Miguel Mirabella, originario di Enna, ha presentato un’installazione realizzata con stoffe, pittura su legno e mosaico, prodotta in collaborazione con degli artigiani del Marocco. Emiliano Maggi, artista romano, ha realizzato tre sculture in bronzo e ceramica, brocche che rappresentano i versi e la figura di al-Ballanūbī, poeta arabo-siculo. I testi sono stati redatti dalla scrittrice romana Chiara Barzini e sono state presentate anche le fotografie di Matteo Buonomo da Cinisello Balsamo. Esposti anche due oggetti conservati nella Galleria Abatellis appena restaurati. Il primo è un cilindro con delle iscrizioni e una fasciata traforata realizzato in rame argentato cesellato e a fusione risalente a un periodo che va tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII secolo. Il secondo è una lampada in rame traforato e sbalzato risalente al XVIII-XIX secolo. Quest’opera di restauro vuole rappresentare un gesto d’amore concreto nei confronti della Sicilia e della sua storia.
Evelina De Castro, la responsabile della Galleria, nel descrivere la mostra e il rapporto della Sicilia con il suo passato islamico ha parlato di una “dialettica fra sopravvivenza ed eredità”, sottolineando il ruolo importante che giocano in questo campo studi, ricerche filologiche e documentali, accompagnati anche da suggestioni e da revivals. La Sicilia araba continua ad affascinare e a incuriosire, le sue atmosfere vengono riscoperte e reinterpretate.
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Photo Credits:
Foto di Effems per Wikimedia / José Luiz Bernardes Ribeiro per Wikimedia
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