Il Marsala è uno dei vini liquorosi più celebri d’Italia, probabilmente il vino liquoroso per eccellenza. Prodotto a Denominazione di Origine Controllata (DOC) viene realizzato in Sicilia, nell’omonima città, appartenente al Libero Consorzio Comunale di Trapani. Viene prodotto da cantine di grandissimo pregio, una delle più celebri in assoluto è quella dei Florio, “i Leoni di Sicilia“, una grande famiglia imprenditoriale sicula, che verso la fine dell’Ottocento ha goduto di grande fortuna. Questo vino è così celebre e amato che nel 2015 persino il Pantone Color Institute ha deciso di celebrarlo con il Pantone Marsala, una tinta tra il color castagna e il color terra, con una sfumatura di bordeaux.
Marsala, il vino liquoroso della Sicilia e l’epopea dei Florio
Tutte le procedure per ottenere un autentico vino Marsala devono essere effettuate rigorosamente nella sua zona di produzione. La vinificazione del Marsala passa attraverso un processo molto particolare. Durante la fermentazione delle uve si effettuano numerosi travasi per favorire l’ossidazione del vino. Si aggiunge poi dell’alcol etilico di origine vitivinicola, o di acquavite di vino, in modo tale da elevare il suo tenore alcolico. A volta si usano contemporaneamente sia alcol che acquavite. Si procede poi con l’invecchiamento. Generalmente la resa massima delle uve in vino base non deve superare il 75%, mentre quella delle uve in mosto non deve superare l’80%.
Oggi sul mercato si trovano principalmente due diverse categorie di Marsala, il Marsala Vergine e il Marsala conciato. Il primo, dopo la fermentazione, è addizionato con solo etanolo e/o acquavite di vino. Il Marsala conciato, invece, viene arricchito con etanolo, mosto cotto, mostro concentrato e mistella, vale a dire una miscela di mosto d’uva tardiva che influisce sulla sua profumazione e sul grado zuccherino.
Secondo la maggior parte delle fonti, la nascita del vino liquoroso Marsala è riconducibile al mercante inglese John Woodhouse, impegnato in una lunga navigazione, che nel 1773 lo portò a sostare a Marsala. Il porto di Marsala, all’epoca era già uno dei porti più importanti della Sicilia. L’evento diede occasione all’inglese di assaggiare il vino tradizionalmente prodotto in loco. Invecchiato in botti di legno di rovere, questo assumeva un gusto simile ai vini portoghesi e spagnoli, generalmente molto amati in Gran Bretagna. Gli inglesi, grandi navigatori, all’epoca la facevano da padroni nel Mediterraneo. Basti pensare che proprio in quel periodo, nel 1800, l’Isola di Malta era appena diventata un protettorato britannico.
Woodhouse aveva apprezzato così tanto il Marsala, da imbarcarne circa cinquanta barili sulla sua nave. Vi aveva aggiunto una dose ulteriore di vino, in modo tale che il prodotto si preservasse al meglio durante il lungo viaggio. Inizialmente, il Marsala venne presentato agli inglesi come vino povero e di basso rango, raccogliendo poco entusiasmo da parte dei sudditi di Sua Maestà la Regina. Woodhouse decise quindi di migliorarne la presentazione, proponendolo ai suoi connazionali come bevanda d’élite. Il successo è clamoroso e diversi imprenditori inglesi decidono di finanziare la produzione del Marsala.
Anche l’imprenditore palermitano Vicenzo Florio decide di investire sul Marsala, ponendosi come uno dei maggiori competitor dei britannici. Fonda quindi le Cantine Florio. Nel 1853 la produzione totale di Marsala ammontava sulle 6.900 botti. Di queste, il 58% veniva dalle cantine Ingham & Whitaker, il 19% dalle cantine Woodhouse e il 23% dalle cantine Florio. Florio decide allora di comprare lo stabilimento Woodhouse, affermandosi come primo produttore mondiale. Il Marsala Florio diventa apprezzatissimo e riceve le antiche patenti di fornitore della Reale Casa Savoia, e delle Reali case di Belgio, Romania e Baviera.
Nel 1920 le cantine Florio sono state acquistate da Cinzano. Il Marsala soffriva però il problema di continui tentativi di imitazione da parte di speculatori che vendevano vini di pessima qualità con questa denominazione. Così, nel 1931 con un decreto dei ministri Acerbo e Bottai si era deciso di proteggere il marchio del Marsala. Nel 1969 questo vino è diventato il primo DOC della storia siciliana, un orgoglio per tutti i produttori locali e per tutta l’Isola.
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Photo Credits:
Foto di Gian Luigi Perrella per Flickr / Terry Feuerborn per Flickr
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