L’isola di Mozia si trova sull’isola di San Pantaleo, nella laguna delle saline dello Stagnone di Marsala, in provincia di Trapani. Un tempo era un’antica e prospera colonia fenicia. Oggi il suo sito archeologico è uno dei più interessanti e suggestivi della Sicilia. I reperti sull’isola vengono studiati da anni, ma alcune scoperte hanno aperto un nuovo interessante capitolo della storia siciliana più antica.
Isola di Mozia: scoperto un sito religioso fenicio che guarda alle stelle:
L’antica città di Mozia è stata fondata nel 550 a. C. dai fenici, popolazione che già nel I millennio a.C. navigava per il Mediterraneo fondando colonie e intrecciando prolifiche reti di scambi commerciali. Il sito archeologico di Mozia viene studiato da quasi un secolo. La città si distingueva per il suo imponente complesso di templi e di altari, il suo assetto ci racconta molto sulla vita e sull’organizzazione della società fenicia.
Nell’aprile del 2022 è arrivato un nuovo studio, che ci porta a reinterpretare in modo completamente nuovo l’assetto della città fenicia. Il bacino d’acqua rettangolare della città fino a poco tempo fa era stato identificato dagli archeologici come un “kothon”, ovvero come un porto artificiale per proteggere le navi. In realtà, sembra che sia qualcosa di completamente diverso. Questo bacino, più grande di una piscina olimpionica, era in realtà una piscina sacra.
I kothon, i porti militari artificiali, erano molto diffusi nel Mediterraneo antico. Secondo Ania Kotarba, ricercatrice della Flinders University, questi erano molto diffusi presso i fenici. Non a caso, il kothon più famoso dell’epoca era proprio quello di Cartagine, altra colonia fenicia, diventata poi una delle città più importanti del Mediterraneo antico.
Tuttavia, secondo Lorenzo Nigro, archeologo dell’Università la Sapienza di Roma, diversi indizi lasciano supporre che il bacino di Mozia avesse un uso eminentemente religioso e rituale. Questo è molto interessante perché le piscine sacre erano molto meno comuni dei kothon, quindi il sito archeologico siciliano sarebbe qualcosa di unico nel suo genere. Quella di Mozia potrebbe essere una piscina sacra al centro di uno dei più grandi complessi di culto del Mediterraneo preclassico.
Quella Mozia era probabilmente la più grande piscina sacra dell’antico mondo mediterraneo. Inoltre, questa piscina era legata a tre templi. Il complesso era allineato con la posizione delle stelle e di costellazioni specifiche. Si rilevano importantissime coincidenze proprio in giorni chiave dell’anno come i solstizi d’estate e d’inverno. Si suppone che la piscina venisse usata di notte per osservare il cielo. Sulla sua superficie riflettente si scorgevano gli astri. Ogni astro era legato a un particolare dio fenicio. Con dei pali si segna la posizione delle stelle. Il rinvenimento di uno strumento di navigazione all’interno di un tempio, nonché la statua di un dio egizio associato all’astronomia, ci fanno pensare che quello di Mozia fosse un osservatorio astrologico. D’altronde i fenici sono stati dei veri e propri pionieri della navigazione stellare, la loro capacità di orientarsi in mare osservando le stelle li ha portati a navigare a miglia e miglia dalle loro città d’origine. I fenici erano di fatto i più grandi navigatori del Mediterraneo e le stelle rappresentavano per loro delle grandi alleate. Il sito archeologico di Mozia ci permetterà sicuramente di scoprire di più su questo interessante rapporto tra la civiltà fenicia e l’astronomia antica.
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