Il ricamo siciliano è figlio di una storia millenaria. Da sempre, i siciliani hanno decorato i tessuti attraverso l’arte del ricamo. Da secoli troviamo ricami raffinatissimi sui capi d’abbigliamento, su tendaggi e su cuscini, sulla biancheria del letto e della tavola. Quanto alla produzione artigianale di pizzi e merletti, la tradizione siciliana si distingue per un’ampissima varietà di stili e di tecniche. Vediamo più nel dettaglio quelli più apprezzati e rinomati.
Il ricamo siciliano: preziosi pizzi e merletti:
Quando parliamo di pizzo indichiamo un tessuto trasparente e molto leggero, dal motivo leggermente traforato, che generalmente viene realizzato con seta o filo di cotone. Questo viene realizzato solitamente a mano, o a macchina, utilizzando appositi aghi. I pizzi si distinguono per elementi decorativi geometrici, floreali o figurativi. Parlando di merletto, invece, si parla di un tessuto decorativo realizzato intrecciando fili di lino o di cotone secondo diverse tecniche, come ad esempio quella del tombolo, o quella dei fuselli. Generalmente il merletto ha un aspetto più tridimensionale e strutturato rispetto al pizzo.
Tra le tecniche di ricamo siciliano spicca anche quella dello sfilato siciliano. Questa tecnica viene eseguita solamente su una tela di lino di ottima qualità, utilizzando fili pregiati.
Ancora oggi molti paesi siciliani portano avanti la tradizionale arte del merletto. Tra questi possiamo annoverare Modica, Piana degli Albanesi, Marsala, Mazara del Vallo, Santa Ninfa, Sortino, Aragona, Santa Domenica Vittoria, e non solo. Nei secoli questa forma d’arte è stata considerata eminentemente femminile. Lo scrittore agrigentino Matteo Collura scrive che passeggiando per le strade di Modica, ancora oggi, potrebbe capitare di trovarsi di fronte a un tombolo sapientemente lavorato dalle mani di donne radunate intorno alle loro case. In molte cittadine siciliane anche le suore hanno un ruolo di grande rilievo in questo settore. In provincia di Caltanissetta, a Vallelunga Pratamento, le Suore Domenicane lavorano il merletto a fuselli. Non è un caso che nel 1911 sia stato pubblicato un libro intitolato “Trine e donne siciliane”. Nei primi anni del Novecento, infatti, si raccoglievano foto e documenti legati all’arte del ricamo, mostrando il legame fortissimo tra quest’arte e la vita femminile.
Nella città di Mirabella, nel 1910, la nobile Angelina Autieri ha istituito l’Opera del Tombolo, ovvero un’associazione incaricata di preservare e insegnare l’arte del ricamo a mano, secondo la tecnica del tombolo. Questa tecnica è tutt’ora molto praticata in zona.
Nella raffinata Palermo liberty del primo Novecento, era stata fondata la prestigiosa sartoria di M.me Durant. La sarta francese aveva aperto un atelier personale, offrendo tessuti molto pregiati e ricercati. Ancora oggi alcuni dei capi confezionati dalla sua sartoria sono conservati ed esposti, tra cui il celebre abito in merletto chiamato “guipure arabo”, oggi conservato presso il Museo Piraino.
Anche Piana degli Albanesi è un luogo rinomatissimo per la sua produzione di tessili pregiati. La comunità arbëreshë siciliana era solita realizzare merletti con fili dorati e argentati. I vestiti che se ne ricavavano erano bellissimi e sfarzosi. Ancora oggi si producono costumi tradizioni arbëreshë seguendo queste antiche tecniche. I costumi tradizionali rappresentano, infatti, un simbolo di identità culturale irrinunciabile per gli arbëreshë.
Oggi il ricamo è un’arte che continua ad appassionare. All’opera troviamo ricamatori di entrambi i sessi. Sono tanti i grandi nomi della moda internazionale che hanno portato sulle passerelle il pizzo e il merletto siciliano, su tutti Dolce&Gabbana. Sono tanti anche i turisti che di ritorno a casa dalla Sicilia portano a casa merletti e ricami. Inoltre, cresce il numero delle persone che si avvicinano a questa arte, considerata un ottimo modo per rilassarsi e per passare il tempo in compagnia.
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