Il Genio di Palermo: l’emblema della città fra mito e storia

Se vi avventurerete nella città di Palermo, prestate bene attenzione alle piazze, alle ville e alle chiese: potreste trovare delle sculture particolari a decorare le facciate e le fontane, raffiguranti uomini barbuti che indossano corone. Rappresentano il Genio di Palermo, enigmatica figura simbolo della città e patrono protettore. Le sue origini sono incerte e i suoi significati lo sono ancora di più, ma proprio per questo vale la pena ripercorrere la storia e le curiosità di questa strana entità a cui sono state dedicare opere bellissime sparse per tutta la città.

 

Il Genio di Palermo, l’emblema della città fra mito e storia:

Il Genio di Palermo: l’emblema della città fra mito e storia

 

 

Il Genio di Palermo, protettore della città

Non si sa bene né come né quando sia nato il culto del Genio di Palermo, ma è entrato in pieno diritto nella tradizione popolare palermitana come nume protettore della città assieme alla santa protettrice: Santa Rosalia. Il Genio è considerato come una figura mitologica simile ad una divinità minore, uno spirito coinvolto nelle vicende degli uomini che, in questo caso, ha scelto Palermo come città prediletta per i suoi favori divini. Il suo nome deriva dal greco ghenos, “nascita” e dal latino genius, “generatore di vita”. Figure simili si conoscono sin dall’epoca pre-romana, periodo a cui si attribuisce la nascita del Genio, ma si alcune somiglianze anche con entità della cultura di alcune popolazioni mediterranee, fra cui l’India e il Giappone.

Per le vie della città Palermo appare come un uomo austero dalla fluente barba, una corona in testa e uno scettro nella mano. Viene raffigurato nell’atto di nutrire un serpente, simbolo di scaltrezza, di nuova vita e di fertilità. Spesso ha un’aquila accanto a lui, che rimanda alla vittoria nelle imprese militari, e un cane ai suoi piedi che simboleggia l’eterna fedeltà.

Ma come è approdato il Genio a Palermo? Siamo nel 1483 e viene commissionata a Pietro de Bonitate la realizzazione di una statua da inserire nel borgo del Garraffo, nel mercato della Vucciria. Successivamente, il Genio è stato riprodotto più volte in moltissimi punti della città fra il ‘700 e l’800 come scultura, pittura o mosaico.

 

Il Genio di Palermo: l’emblema della città fra mito e storia

 

Quali e quanti sono i Geni di Palermo?

I Geni di Palermo sono 20, fra statue, dipinti, affreschi e molti altre opere d’arte figurativa che arricchiscono i luoghi più importanti di Palermo. Ecco i più importanti.

  • Genio del Porto, situato all’ingresso del porto di Palermo su via Emerico Amari;
  • Genio di Palazzo Pretorio, detto anche Palermu u nicu (Palermo il piccolo);
  • Genio del Garraffo, detto in siciliano Palermu lu granni (Palermo il grande) situato alla Vucciria, nella nicchia centrale dell’edicola realizzata da Paolo Amato nel XVII secolo;
  • Genio della fontana di Piazza Rivoluzione;
  • Genio di Villagrazia, posto sull’ingresso di Villa Fernande
  • Genio dell’Apoteosi di Palermo, protagonista dell’omonimo affresco a Palazzo Isnello;
  • Genio di Villa Giulia, il più famoso;
  • Genio del Mosaico, posto all’ingresso della Cappella Palatina a Palazzo dei Normanni.
  • Genius Panormi all’Orto Botanico, scultura in resina e polvere di marmo, collocata all’interno della Serra Tropicale dell’Orto Botanico.

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Il Genio di Palermo: l’emblema della città fra mito e storia

 

Photo Credits
Foto di Fabrice de Nola per Wikimedia / ValentinaBrunoPa per Wikimedia / User Hszeee per Wikimedia

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