Il Carcere di Palazzo Steri, le prigioni dell’Inquisizione a Palermo

Palermo è una splendida città, che conserva un patrimonio culturale unico. Tra i luoghi più sorprendenti e caratteristici che si possono ammirare nel capoluogo siciliano c’è anche il Carcere di Palazzo Steri, o Carcere dei Penitenziati. Qui tra Cinquecento e Settecento sono state rinchiuse migliaia di persone, identificate dall’Inquisizione Spagnola come soggetti criminali da imprigionare, torturare e uccidere. Questo luogo di sofferenza è molto ricco di tracce di questo doloroso passato. Possiamo osservare ancora oggi i graffiti e i disegni dei detenuti, leggere le loro preghiere, la loro rabbia e la loro paura. Scopriamo di più su questo luogo unico nel suo genere.

Il Carcere di Palazzo Steri, le prigioni dell’Inquisizione a Palermo:

 

La dominazione spagnola e la Santa Inquisizione in Sicilia

Gli spagnoli hanno legami molto profondi con la Sicilia, che risalgono già al 1282, quando i sovrani della Corona d’Aragona presero possesso dell’Isola. Dal XV fino al XVIII secolo la Sicilia è un Vice-Regno dell’Impero Spagnolo. Nel 1487 il Re di Spagna Federico II il Cattolico istituisce il Tribunale dell’Inquisizione e invia in Sicilia il primo inquisitore delegato, Frate Agostino La Pena (nomen omen, è il caso di dirlo). Prima di allora nessuna carica pubblica straniera aveva mai avuto un ruolo così diretto nell’amministrazione della giustizia siciliana. I siciliani, ovviamente, non apprezzavano un’ingerenza così forte da parte di un governo straniero, che attraverso il tribunale religioso voleva rafforzare il suo dominio sull’Isola.

Le prime sedi della Santa Inquisizione erano state il Palazzo dei Normanni, poi il Castello a Mare. Le carceri disponibili non ero sufficienti e si rinchiudevano i detenuti in vari palazzi, con qualche problema. Durante i trasferimenti da un edificio all’altro, infatti, i prigionieri fuggivano. Così, gli inquisitori spagnoli fecero erigere dall’architetto Diego Sànchez una prigione più in linea con la loro nuova attività, dietro Palazzo Chiaramonte Steri.

Il Sant’Uffizio è stato molto attivo in Sicilia, anche se bisogna tuttavia sfatare alcuni miti relativi al fenomeno della “caccia alle streghe”. In tre secoli d’attività a Palermo sono state condannate al rogo in tutto 114 persone. La maggior parte delle accuse erano rivolte a ebrei, luterani, musulmani e negromanti, generalmente i condannati erano più uomini che donne. Il tribunale dell’Inquisizione, quindi, più che a perseguitare le streghe, mirava a reprimere il dissenso politico e a isolare i personaggi siciliani più “scomodi”.

Il Carcere di Palazzo Steri, le prigioni dell'Inquisizione a Palermo

 

Le celle del Carcere di Palazzo Steri

Le celle del palazzo variavano a seconda della pena che spettava al detenuto. La maggior parte dei detenuti veniva rinchiusa nelle “celle pubbliche”: Qui si trovavano coloro che si erano macchiati di reati morali come la blasfemia, la poligamia o la sodomia. Molte di queste celle in realtà spettavano ai detenuti politici. Vi erano anche celle di Penitenza, nelle quali i prigionieri erano “assistiti” da figure religiose preposte per portare l’accusato al pentimento e riammetterlo in società.
Più il crimine commesso era grave, più le celle diventavano isolate, inaccessibili e degradanti. I criminali peggiori, ovvero gli eretici, i bestemmiatori e le streghe, dovevano essere tenuti lontani dagli altri, in modo tale che non influenzassero gli altri detenuti.

Il Carcere di Palazzo Steri, le prigioni dell'Inquisizione a Palermo

 

I graffiti del Carcere di Palazzo Steri

La cosa che più colpisce un visitatore oggi sono i graffiti sulle pareti delle celle. Nascosti dall’intonaco per secoli, sono stati riscoperti in epoca recente. Vediamo i disegni di figure religiose, crocifissi e altri simboli dell’iconografia sacra, ritratti di donne, animali e barche. Leggiamo frasi di disperazione, scritte perlopiù da condannati a morte. Nonostante sia passati più di quattro secoli, l’angoscia delle loro testimonianze è ancora vivissima.

Questi graffiti venivano realizzati erodendo le pareti con unghie, o con i denti caduti. La colorazione in rosso veniva ricavata mescolando la polvere di terracotta grattata della pavimentazione con liquidi corporei di vario genere, incluso il sangue. Dal punto di vista storico questi disegni hanno un valore incommensurabile: raramente, infatti, nello stesso luogo troviamo tante testimonianze lasciate da uomini comuni, anche analfabeti, di ogni ceto sociale e di diversa provenienza. Questi graffiti sono un disperato compendio di cultura popolare barocca.

Nel 1782 la Santa Inquisizione è stata abolita, tutti i prigionieri del Carcere di Palazzo Steri sono stati liberati e tutti gli atti del tribunale sono stati incendiati. Le vicende giuridiche di tanti uomini sono andate perdute per sempre, ma i loro disegni restano un segno indelebile delle loro storie sofferte. Visitando Palermo, il Carcere di Palazzo Steri è un luogo da non perdere.

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Il Carcere di Palazzo Steri, le prigioni dell'Inquisizione a Palermo

 

Photo Credits:
Foto di Davide Mauro per Wikimedia
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