I giardini panteschi sono piccoli tesori disseminati lungo il territorio dell’isola di Pantelleria, in Sicilia. Mura perimetrali che delimitano alberi di agrumi e che hanno consentito, nei secoli, di far crescere questa pianti in un clima arido e secco. No, non è un miracolo, ma il risultato della tecnica e della dedizione che ha portato l’uomo a trovare un sano equilibrio con la natura.
I giardini panteschi, ecco da dove nascono gli agrumi di Pantelleria:
Camminando per i sentieri di Pantelleria potreste imbattervi in alcune strutture dall’aspetto rurale, che richiamano vagamente i tipici dammusi in pietra dell’isola. No, non sono resti di antiche abitazioni, ma veri e propri giardini.
Il giardino pantesco, o jardinu in dialetto, è un alto recinto murario composto di pietra lavica e costruito a secco attorno ad una pianta di agrume. Solitamente di forma circolare (ma si possono trovare anche rettangolare o quadrata), ha lo scopo di creare un microclima particolare al suo interno perché l’albero possa sopravvivere alle poche piogge, ai forti venti e agli sbalzi termici che in condizioni normali non gli consentirebbero di crescere e produrre frutti.
Ad oggi sono circa 300 i giardini sull’isola. Le dimensioni sono variabili perché progettati per adattarsi alle esigenze della pianta: possono arrivare fino ai 5 metri di altezza per 12 metri di diametro. Sono solitamente composti da pietre grandi, disposte nella parte interna ed esterna, e pietre più piccole nella parte (la kasciáta).
I muri proteggono il tronco e il suolo, mantenendoli all’ombra per tutta la giornata; solo la chioma dell’albero può entrare in contatto con i raggi solari. In questo modo, il suolo si mantiene sufficientemente umido anche in estate e si può creare una costante riserva d’acqua anche grazie alla condensa notturna che i muri trattengono. Diverse aperture nella pietra sono in grado di canalizzare l’acqua piovana, quando c’è.
Gli agrumi coltivati nei giardini panteschi sono l’arancio dolce (portogallo, biondo comune, brasiliano, navel, sanguinello, sanguigno e tarocco), il limone (femminello e monachello), il cedro (cedro comune e bergamotto) e il mandarino (avana). Una varietà di specie coltivate secondo una formidabile ingegneria pantesca sviluppatasi in secoli di studio del clima e del territorio. L’origine di questi giardini è infatti antichissima: si fa risalire ai Sumeri, nel terzo millennio a.C., e nel tempo questa struttura è diventata quasi un territorio sacro in cui l’uomo ha conferito tutta la sua sapienza nel rispetto della natura e delle sue risorse. Ogni famiglia ha tramandato il proprio giardino pantesco di generazione in generazione, trasmettendo le tecniche per preservarlo e curarlo al meglio.
Oggi uno dei giardini panteschi più belli si trova nella contrada Khamma. È un giardino risalente al 3.000 a.C, donato al FAI dall’azienda vinicola Donnafugata.
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Photo Credits
Foto di Bellezza Italia per Flickr
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