Alla scoperta dei vulcani della Sicilia e delle Eolie, fra terra e mare

Sono molti i vulcani della Sicilia, e tutti diversi per caratteristiche e origini. Attivi, spenti, quiescenti e addirittura sommersi dal mare e ancora gorgoglianti negli abissi: l’attività geologica dell’isola e dell’arcipelago eoliano è ricca e interessante, dal fascino spesso pericoloso. I vulcani più noti sono sicuramente l’Etna e lo Stromboli, ma nell’isola e nelle Eolie avvengono quotidianamente fenomeni geologici che danno vita a piccole eruzioni, fumarole e sorgenti termali. Per questo sono mete di vulcanologi in tutto il mondo, oltre che di turisti e viaggiatori alla scoperta di queste bellezze selvagge.

Alla scoperta dei vulcani della Sicilia e delle Eolie, fra terra e mare:

 

L’Etna

Quando si parla dei vulcani della Sicilia, il pensiero corre immediatamente all’Etna: il vulcano più noto, ma anche il più attivo e grande non solo dell’isola, bensì di tutta l’Europa. Le sue eruzioni spettacolari avvengono sia in sommità, da quattro crateri principali che emettono il caratteristico pennacchio di fumo visibile da lontano, sia lungo i fianchi del monte, in quelle che vengono chiamate eruzioni laterali. In quest’ultimo caso, le colate laviche possono scendere fino a poche centinaia di metri sopra il livello del mare, creando scenari impressionanti e potenti. Le attività dell’Etna hanno affascinato l’uomo fin dall’antichità, tanto che persino i miti dell’antica Grecia narravano delle sue eruzioni. Secondo la leggenda, Zeus avrebbe intrappolato il gigante Tifone all’interno del vulcano, e i suoi tentativi di liberarsi avrebbero causato esplosioni di fuoco e fiamme, visibili attraverso i suoi occhi e narici. Nonostante l’apparente ostilità del vulcano, l’uomo ha sempre trovato il modo di convivere con esso. Le terre ai suoi piedi sono straordinariamente fertili grazie ai minerali presenti nel suolo vulcanico, rendendo l’area ideale per l’agricoltura. Intorno al vulcano si trova anche un’area naturale protetta, nota proprio come Parco dell’Etna.

Alla scoperta dei vulcani della Sicilia e delle Eolie, fra terra e mare

 

I vulcani attivi delle isole Eolie: Stromboli, Vulcano, Lipari e Panarea

Alicudi, Filicudi, Salina, Lipari, Vulcano, Ustica, Stromboli e Strombolicchio sono le isole dell’arcipelago delle Eolie. Anche dette “arco eoliano”, sono accomunate dalla loro origine vulcanica, formatesi circa 4 milioni di anni fa. Poggiano su fondali che raggiungono oltre i 2.000 metri di profondità. Stromboli dà il nome all’omonima isola ed è il secondo vulcano attivo in Sicilia. Dovrebbe avere circa 200.000 anni, si trova a più di 900 metri dal livello del mare e il 95% di esso è sommerso dal mare. Vengono registrate attività quotidiane e solo in alcuni casi particolarmente violente. Anche Vulcano dà il nome all’isola che lo ospita e deriva dall’antico dio romano del fuoco. Raggiunge un’altitudine di 386 metri e, seppure abbia prodotto violentissime eruzioni sin dai tempi dell’antica Grecia, ad oggi si registrano intense emissioni di fumarole che possono arrivare anche ai 500° C. Lipari e Panarea sono considerati ancora sistemi vulcanici attivi, ma registrano oggi soltanto attività deboli: suggestive emissioni gassose che possono avere una portata di 200.000 litri al giorno di gas. Lipari è la più estesa delle isole dell’arcipelago eoliano, parte di una formazione vulcanica che arriva a un km e mezzo di altitudine e che affonda le sue radici nel mare a 1000 metri di profondità.

Alla scoperta dei vulcani della Sicilia e delle Eolie, fra terra e mare

 

I vulcani sottomarini

Nell’arco eoliano si trovano anche i vulcani sottomarini, con crateri aperti nel fondale del mare. Sono numerosi nel Mar Tirreno e del Canale di Sicilia, dove si concentrano le fratture della crosta terrestre. Alcuni di essi registrano ancora attività, come il Magnaghi e Marsili, quest’ultimo considerato il più grande vulcano sottomarino d’Europa. Particolarmente noti sono Campi Flegrei, nel del Mar di Sicilia: una formazione sommersa di tredici vulcani sottomarini, con eruzioni che avvengono principalmente sott’acqua. Solo uno di questi fa eccezione: il vulcano sommerso di Empedocle che ha manifestazioni piuttosto visibili. In tre occasioni, addirittura, hanno fatto emergere l’isola Ferdinandea che la ospita, prima che si inabissasse nuovamente. La splendida di Pantelleria è anch’essa di origine vulcanica e presenta oggi sorgenti d’acqua calda e fumarole. L’ultima attività vulcanica sottomarina registrata si è verificata nel 1891. Come Pantelleria, anche l’isola di Linosa (nelle isole Pelagie) registra attività vulcaniche secondarie dai suoi crateri. Il più grande più grande è la Fossa del Cappellano, terra fertile e coltivata, circondata dal monte Vulcano, il monte Rosso e il monte Nero. L’ultima eruzione si è verificata ormai 2500 anni fa.

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Photo Credits
Foto di Josep Renalias da Wikimedia / Ghost-in-the-Shell per Flickr / Gino Roncaglia per Flickr

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