Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, in quell’epoca che viene chiamata Belle Époque, l’Art Nouveau è stato uno dei movimenti artistici di maggiore diffusione in tutto il Vecchio Continente. Questo ha influenzato in modo profondissimo l’architettura, le arti figurative e le arti applicate del periodo. Ogni paese ha declinato in modo diverso questo movimento: in Germania si parlava di Jugendstil, in Austria di Sezessionstil, in Spagna di Arte Joven, in Polonia di Secesja, in Italia di Stile Liberty. Il movimento Liberty ha avuto grande successo nel nostro paese, in particolare in Sicilia. Palermo era una vera e propria capitale europea del Liberty. Di questo passato purtroppo resta poco, ma possiamo ancora ammirarne degli splendidi scampoli.
Alla riscoperta dell’anima Liberty di Palermo:
Verso la fine dell’Ottocento Palermo viveva un periodo di grande rinnovamento. Erano gli anni della celebre dinastia imprenditoriale siciliana dei Florio, “i Leoni di Sicilia”. Erano anni di industrializzazione, di cosmopolitismo, di fede nel progresso e di fiducia nei confronti della novità. L’estetica liberty con la sua morbidezza, le sue ninfe e le sue vegetazioni rigogliose rappresenta al meglio lo spirito di questa epoca di grandi trasformazioni. Palermo cambia volto. Tra i massimi esponenti del Liberty palermitano troviamo gli architetti Giovan Battista ed Ernesto Basile. Questi, collaborando con nomi come Ettore Maria Bergler e Ducrot, hanno progettato edifici di immenso valore architettonico. Molti di questi sfortunatamente sono stati demoliti, altri non sono visitabili perché proprietà privata. Tuttavia, girando per Palermo si può ancora osservare qualche traccia di quel grande periodo di fermento artistico e culturale.
Il villino Favaloro è considerato il primo esempio di modernismo palermitano. Progettato da Giovan Battista Basile, si distingue per la sua linea decorativa a linee curve, dai ricercati trafori. La costruzione dell’edificio è stata portata a termine dal figlio Ernesto Basile, che aggiunse al palazzo anche una caratteristica torretta ottagonale. Inoltre, l’imprenditore Ignazio Florio disponeva di una villa, un tempo appartenuta a un ammiraglio inglese. Non amava il suo stile neogotico, lo riteneva troppo severo. Così, ingaggiò Ernesto Basile per ristrutturare l’edificio, rendendolo più elegante. Ettore De Maria Bergler si occupò delle decorazioni. All’immobile fu affidato un nuovo nome “Villa Igiea”, in onore della figlia di Ignazio Florio.
Basile disegnerà anche gli arredi di legno della villa. Purtroppo nel 1962 un incendio ha danneggiato pesantemente l’edificio, in seguito restaurato e oggi sede della Regione Sicilia.
Un altro esempio molto significativo di architettura Liberty palermitana è l’Hotel delle Palme, noto come “Grand Hotel et des Palmes”. Anche questo era un’abitazione privata inglese. L’edificio venne però ceduto al cavaliere Enrico Ragusa, che nel 1907 incaricò Ernesto Basile di trasformare la villa nel grand hotel simbolo della Belle Époque siciliana. Qui Richard Wagner terminò la composizione del Parsifal, era uno degli alberghi più amati da Maria Callas. Oggi è ancora in attività, rappresentando una delle strutture alberghiere più lussuose e ricercate di tutta la Sicilia.
Anche questo splendido edificio è stato ideato dall’architetto Giovan Battista Basile e successivamente completato dal figlio Ernesto nel 1897. Il Teatro “Massimo” Vittorio Emanuele, costruito in stile neoclassico con dettagli architettonici eleganti e raffinati, è stato concepito per diventare uno dei principali punti di ritrovo per la cittadinanza palermitana, offrendo uno spazio dedicato alla cultura e all’arte. In particolare, si proponeva come luogo di incontro per l’alta borghesia dell’epoca, che qui poteva godere di spettacoli teatrali e concerti di grande prestigio, contribuendo a fare del teatro un centro di vita sociale e culturale per la città.
Passeggiando per le vie del centro storico di Palermo, in particolare in Piazza Politeama e nei pressi di Piazza Verdi, è possibile ammirare degli splendidi chioschi in stile liberty, ideati dall’architetto Ernesto Basile. Questi chioschi eleganti, caratterizzati da linee curvilinee e raffinati elementi decorativi ispirati al mondo floreale, non erano solo esempi di architettura di grande pregio, ma rappresentavano veri e propri punti di ristoro per chi amava passeggiare per le strade della città. Tra questi, il più celebre è senza dubbio il chiosco Ribaudo, un piccolo gioiello dell’architettura liberty situato a breve distanza dal Teatro Massimo. Questo chiosco, con le sue decorazioni finemente lavorate, è diventato nel tempo un simbolo della vivace vita urbana palermitana, oltre a essere una testimonianza del periodo in cui il liberty dominava lo stile della città.
A Mondello, lungo il suggestivo lungomare, si può ancora ammirare l’iconico stabilimento balneare Charleston, un esempio unico di architettura balneare in stile liberty. Progettato dall’architetto Rudolf Stualker, lo stabilimento era stato inizialmente ideato per la città belga di Ostenda, ma trovò la sua perfetta collocazione sulle coste di Mondello. Questa imponente struttura, costruita su palafitte che si innalzano direttamente sull’acqua, rappresenta una delle costruzioni più affascinanti e originali del periodo, offrendo un’atmosfera senza tempo. Lo stabilimento Charleston non è solo un simbolo architettonico, ma anche un pezzo di storia e un luogo di riferimento per la cultura balneare siciliana, che affascina visitatori e abitanti da generazioni.
Scopri come raggiungere il
Photo Credits:
Foto di Gabriella Alu’ per flickr / GiuseppeT per Wikimedia / Rino Porrovecchio per Flickr
Prenota il traghetto per la Sicilia al miglior prezzo su TraghettiPer